La bici al convegno infomobilità

Il 27 e il 28 marzo 2014 sono stati due giorni molto importanti per lo sviluppo della mobilità ciclistica in Toscana.Il 27 marzo a Firenze la Regione ha organizzato una tavola rotonda dedicata alla raccolta e uso ottimale dei dati relativi a strade, traffico e mobilità, in una parola “infomobilità” (da una direttiva europea del 2010 sui piani nazionali ITS). Nella legge regionale toscana 27/2012 le piste ciclabili sono definite infrastrutture strategiche al pari di autostrade, ferrovie, porti ed aeroporti, e amministratori e dirigenti regionali si sono dimostrati coerenti con queste enunciazioni chiamando Fiab al tavolo dell’infomobilità. Sergio Signanini, invitato dall’assessore alle infrastrutture e trasporti Vincenzo Ceccarelli e delegato in rappresentanza di Fiab, ha parlato del sistema di informazioni da garantire al ciclista urbano e al cicloturista, portando la bici all’attenzione di autorevoli rappresentanti di altre forme di mobilità, come l’amministratore delegato della tramvia di Firenze, il direttore di esercizio dell’Ataf, il direttore regionale di Trenitalia, dirigenti di Società autostrade, autorità portuali e aeroportuali.

L’intervento di Fiab è stato molto importante, non solo per il ruolo riconosciuto dalla Regione alla mobilità ciclistica, ma anche perchè ha permesso di illustrare quanto l’infomobilità può migliorare le condizioni della mobilità urbana e non solo, come succede già nei paesi più sviluppati ciclisticamente.

Signanini, dopo avere ricordato che la L.r. 27/2012 riconosce la mobilità ciclistica come terza componente della mobilità urbana e che la bicicletta è, dopo l’automobile, il secondo mezzo di trasporto più usato in Toscana, dove più della metà della popolazione mobile lo adopera almeno una volta la settimana, ha illustrato quali sono le informazioni principali che devono riguardare la mobilità ciclistica.

L’infomobilità relativa ai ciclisti interessa informazioni su:

  • la rete ciclabile, con riferimento sia alle piste ciclabili, che ai percorsi adatti e frequentati dai ciclisti delle varie tipologie (ciclisti urbani, cicloturisti, famiglie in bicicletta, etc.);
  • le strutture per la sosta e l’intermodalità, quali i parcheggi protetti, le semplici rastrelliere, e, ove esistono , le ciclostazioni;
  • i servizi, come i noleggi, le officine di riparazione, il bike sharing, gli alberghi per ciclisti e altro.

A questo proposito ha ricordato gli studi e i progetti fatti da Fiab, in collaborazione con la Regione, riguardanti la ciclopista dell’Arno, le ciclostazioni, la francigena in bicicletta, il trasporto delle biciclette sui treni regionali. Infine, ha citato le esperienze dei paesi del nord Europa che vanno prese a riferimento anche per la nostra realtà.

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